Se c’era una cosa che Lux non sopportava era aspettare.
Era lì. Giocherellando con gli spettinati capelli scuri mentre scrutava il laboratorio con gli occhi grigi.
La giovane scienziata aspettava il suo collega Ray.
Ciò la fece insospettire molto perché Ray era un uomo tutto punto e zelante, il giorno in cui sarebbe arrivato in ritardo ci sarebbe stata certamente l’apocalisse. Mentre Lux era una pasticciona spaziale, distratta, ma con una immaginazione ENORME. Solo che le arriva l’ispirazione quando invece avrebbe dovuto stare attenta. Arrivava sempre in ritardo a causa di brevi soste sul tragitto Laboratorio-Casa e viceversa. Eppure quel giorno era lì, in anticipo, ad aspettare il collega, in ritardo … l’apocalisse era certamente vicina.
Riguardò il messaggio che le aveva lasciato Ray:
“Il giorno X ci incontriamo al laboratorio per collaudare la nuova invenzione alle ore…”
L’ultimo pezzettino del messaggio non era sopravvissuto alla maldestria di Lux: era finito in lavatrice, nella tasca del camice, per un triplo giro di candeggina che avrebbe dovuto far sparire una macchia di cioccolata calda proprio sulla tasca.
Perciò Lux lesse alle 8:30, nella sua fretta di trovare il blocco da disegno (che aveva distrattamente tenuto nell’altra mano), invece di leggere 9:40.
Nella noia più totale, prese il blocco degli schizzi dove disegnava sempre lo stesso fiore (durante le soste percio arrivava sempre in ritardo). Un ibrido di giacinto. Uno strano ibrido di giacinto:
strano per i suoi colori estremamente vivaci;
strano per il suo odore di zucchero;
strano per essere ancora in vita, nonostante fossero passati tre anni, si era perfettamente conservato durante l’autunno e l’inverno;
strano per la biologa più famosa della regione;
strano persino per Lux, colei che vede in un cane l’anima del gatto. Colei che il tranquillo laboratorio, sempre serio e pulito, le sembra il rifugio di Babbo Natale. Colei che la realtà se la inventa. Se qualcosa è strano per Lux, c’è sicuramente qualcosa sotto!
Mentre la ragazza sfogliava le pagine, qualcosa catturò la sua attenzione: l’invenzione da collaudare stava debolmente brillando. Subito dopo si sentirono dei passi. Erano regolari come i ticchettii degli orologi.
La porta si aprì di colpo. Un individuo che teneva fra le mani una pila di fogli, tutti così paralleli e dritti che sembravano una scatola unica, entrò nel laboratorio.
– Ultimo controllo, fogli… ci sono… penne … anche …-
– Ray sei in ritardo …-
Lo interruppe Lux con il broncio
– Ah congratulazioni Lux, per una volta puntuale… persino in anticipo! Ti meriteresti un biscotto!
Lei fece una smorfia ma non insistette, evidentemente il collega non accettava i propri errori.
– Come sai oggi collaudiamo l’invenzione STID, la macchina che ci permetterà di scoprire se ci sono veramente le dimensioni parallele! –
– Si, però vorrei quel biscotto… –
– Lux! Non è il momento di scherzare! –
– Ma… –
– E niente ma! –
– …Okay … –
– In ogni caso, tornando all’invenzione… –
– Secondo te esiste la dimensione di dolciumi? –
– Lux! –
– Ho fame! –
– Non è una scusa adeguata per continuare ad interrompermi! Tornando a STID… –
Dicendo così Ray levò il telo che copriva l’invenzione e il bagliore divenne intenso di un colore azzurro come il cielo…
TO BE CONTINUED…